Il Controllo di Gestione tra obbligo di legge ed opportunità di evoluzione per le aziende
In un sistema di mercato sempre più complicato da gestire e turbolento, dovuto principalmente alla Pandemia in atto, le aziende sono tenute a compiere azioni e soluzioni adeguate.
Il Controllo di Gestione, nel consentire di interpretare e gestire qualsiasi mutamento anche ambientale e prevenire nel contempo il sorgere di qualsiasi rischio, assume pertanto un ruolo sempre più decisivo nel garantire la sopravvivenza di una azienda, indirizzandone il comportamento organizzativo in maniera coerente.
Gli strumenti di valutazione tradizionali (sia di natura economica che finanziaria) spesso risultano non più sufficienti a determinare i processi decisionali di natura strategica e debbono pertanto essere affiancati ed integrati anche da nuove modalità di reportistica e monitoraggio per la valutazione delle prestazioni dei fattori critici di successo.
L’art. 375 del Codice della Crisi d’Impresa ed dell’Insolvenza, ha sostanzialmente modificato l’art. 2086 codice civile introducendo al 2° comma l’obbligo per le società di dotarsi di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili che siano in grado di rilevare tempestivamente gli indizi della crisi e la perdita della continuità aziendale.
Per garantire l’efficacia del controllo, in modo da cogliere gli indirizzi di crisi è necessario introdurre un controllo di gestione non solo quantitativo (analisi di bilancio e budget) ma anche qualitativo.
Infatti con i metodi tradizionali, come il Bilancio d’esercizio possiamo analizzare solo numeri che si riferiscono al passato, e come dire che “non possiamo guidare l’azienda con lo specchietto retrovisore, ma per prevenire le crisi devo guardare al futuro…….”.
Responsabilità degli amministratori
Gli amministratori che non adotteranno gli adeguati assetti e corretti sistemi di Controllo di Gestione e di monitoraggio delle Performance incorreranno in notevoli sanzioni, infatti l’art. 2476 al sesto comma prevede che gli amministratori rispondono personalmente delle obbligazioni sociali quando non hanno adeguatamente protetto il patrimonio sociale.
Le Statistiche Aziendali parlano chiaro, le aziende falliscono per l’incapacità di evolversi, inoltre 4 aziende su 10 non passano dal nonno ai nipoti, pertanto per prevenire i sintomi di squilibrio economico e finanziario è necessario intervenire sulle variabili qualitative, come la valutazione del grado di soddisfazione dei clienti, l’efficienza dei processi interni (amministrativo, produzione e vendita), ed esterni come l’indice di approvvigionamento (come operano i nostri fornitori).
Inoltre al fine di garantire l’evoluzione e la crescita dell’azienda è necessario fissare le linee guida di una Pianificazione di lungo periodo indirizzando l’azione strategica alle tematiche della formazione continua del personale e dei titolari in modo da garantire la presenza di cultura aziendale in modo tale da cogliere le dinamiche settoriali e i trend di mercato e quindi focalizzare l’attenzione all’innovazione di settore di vitale importanza nella ripresa Post-pandemica e per cogliere le nuove opportunità del PNRR.
Infine, l’attenzione al clima aziendale collaborativo con una misurazione periodica permetterà di garantire un’organizzazione coesa e forte, che permetterà il raggiungimento di elevati livelli di redditività futura.
Il monitoraggio costante della continuità aziendale, definito “going concern” ovvero “l’essere sicuri di compiere azioni che garantiscano un futuro migliore all’azienda”, quando ciò non avviene si perde la “Continuità Aziendale”.
L’adozione della Balanced Scorecard e quindi del Controllo di Gestione quali-quantitativo è certamente la strategia più idonea per non dovere intraprendere un irto processo di risanamento aziendale prevenendolo è potendo investire sull’ottimizzazione e la crescita perpetua.